Carlo Ferrari pittore

Carlo Ferrari detto il Ferrarin nacque a Verona nel 1813 e ivi morì nel 1871.

Gli esordi

La formazione di Carlo Ferrari iniziò presso l’Accademia, dove ha come maestri Pietro Nanin e Lorenzo Muttoni.

Il pittore Carlo Ferrari lavorò in seguito per l’Accademia di Venezia, da cui ricevette apprezzamenti e lodi. Egli infatti rimase il personaggio identificante del genere paesaggistico a Verona fino agli sviluppi di Ercole Calvi e Angelo Dall’Oca Bianca.

Accanto all’attività di artista, il pittore Carlo Ferrari si dedicò all’attività di restauro e vendita di quadri. Dopo l’era napoleonica, il mercato artistico locale era saturo di opere e questo alimentò la vena di conoscitore di Carlo Ferrari. Questa sua passione lo mise in relazione con Cesare Bernasconi, appassionato raccoglitore di quadri, che lo incaricò di acquistare molti dipinti.

La produzione artistica

Le prime opere di Carlo Ferrari detto il Ferrarin presentano un impianto bellottiano, ma con una forte attenzione alla documentazione di costume e della scena popolare. Esemplari sono le numerose versioni di Piazza Erbe, luogo emblematico del luogo popolare e cuore pulsante della città di Verona.

Le opere di Carlo Ferrari furono stimante e acquistate da personaggi illustri, quali il maresciallo Radetzsky che gli commissionò una Piazza Erbe e lo scultore Innocenzo Fraccaroli.

Nel 1861, Carlo Ferrari partecipò alla prima mostra nazionale dell’italia unita e un suo paesaggio fu acquistato dal re Vittorio Emanuele II.

Temi prediletti

Le opere di Carlo Ferrari detto il Ferrarin sono perlopiù ambientate nelle piazze, luoghi aperti all’incontro, allo scambio e alla convivialità. Le opere sono quindi costruite come scenografie e sono animate da episodi di costume, quali le scene di mercato. L’occhio di Carlo Ferrari si posa ora sulle architetture, ora sui costumi e sui dettagli delle pose delle figure. ll pittore Carlo Ferrari dimostra vena da narratore e attenzione all’aspetto sociologico e culturale della città.

Le opere più importanti

Tra le opere più significative del pittore Carlo Ferrari detto il Ferrarin si ricordano:

  • Veduta di Corso Porta Nuova, 1845, legata alla civica scuola di pittura di Pavia;
  • Fiera di campagna, dipinta per la collezione del conte Tosio;
  • Piazza Erbe, maresciallo Radetzsky, il quale in seguito commissionò al Ferrarin un quadro all’anno;
  • Veduta di Riva degli Schiavoni, per l’architetto Giacomo Franco;
  • Veduta del foro romano, del Campidoglio e del porto di Ripetta per il principe Anatolij Demidoff.

Riconoscimenti

Nel 1846, Carlo Ferrari fu nominato socio d’arte per la classe di pittura prospettica dell’Accademia di Venezia e l’anno successivo fu nominato socio dell’Accademia di Verona.

Nel 1851, a coronamento del prestigio artistico di Carlo Ferrari, l’artista ricevette la visita nel suo studio del giovane imperatore Francesco Giuseppe, cui seguirono inevitabilmente prestigiose commissioni.

Accanto alla produzione paesaggista, Carlo Ferrari si dedicò all’attività di ritrattista, cui però rimangono poche tracce, a eccezione del suo “autoritratto” del 1844. Quest’ultimo comunque dimostra le eccelse qualità di Carlo Ferrari anche nel genere figurativo.

La fortuna di Carlo Ferrari restò tale sino alla morte, avvenuta nel 1871.

Giorgio Marini, Da Pietro Ronzoni a Ercole Calvi: La pittura di paesaggio a Verona, in L’ottocento a Verona, a cura di Sergio Marinelli, Verona, 2001, pp. 79-113.