Adolfo Mattielli Pittore

Adolfo Mattielli Pittore nacque a Soave, in provincia di Verona, nel 1883 ed ivi morì nel 1966.

Esordi

Adolfo Mattielli va annoverato tra le personalità più autorevoli che hanno rappresentato la pittura nella provincia veronese. Artista sensibile, è stato interprete di quel linguaggio iconico che ha caratterizzato il panorama figurativo appuntato al patrimonio tradizionale della campagna veneta.

Mattielli Adolfo nacque a Soave in una modesta famiglia di mugnai; rivelò, giovanissimo, naturale vocazione per il disegno, per cui, dopo qualche tempo trascorso nella scuola artigiana locale diretta dal vecchio Brunelli, iniziò a frequentare i corsi di pittura all’Accademia Cignaroli sotto la guida di Mosè Bianchi e di Alfredo Savini, perfezionandosi successivamente allìAccademia di Venezia, con Talamini e De Maria.

Completati gli studi con notevole successo, il pittore Adolfo Mattielli aprì un proprio atélier in Soave, nella stessa scuola di Brunelli, e avviò un’attività creativa ricca di giovanili entusiasmi, appoggiata stilisticamente alla moda corrente del Liberty, così come accadeva contemporaneamente per Zenatello e Donati.

Riconoscimenti

L’esordio importante per Mattielli Adolfo avvenne comunque a 21 anni con l’ invio alla Rassegna internazionale del Ritratto, a Monaco di Baviera, di un “Ritratto muliebre” che ottenne importanti consensi. La notorietà subito conquistata gli aprì le porte alla Biennale di Venezia, dove fu presente nel 1907 con una “Tersicore”, acquistata dal critico d’arte russo Somonof. Nel 1909, sempre alla Biennale di Venezia, espose “Voce dell’anima” e nel 1912 tre altre opere.

La sua pittura descrittiva, tutta luce e festosità di colore, si ispira ai temi classici della campagna, ai rituali contadini; un ambiente singolare, fortemente caratterizzato, che consente al pittore risoluzioni ideografiche, compositive, suggestive e talora singolari per la coreografica unità dove la figura umana non risulta tuttavia complementare agli spazi fisici naturali, ma si annuncia come elemento protagonista di memorie e riti eterni, espressi attraverso una tecnica pittorica riscoprente reminiscenze scolastiche neoclassiche o quattrocentesche, fuse in qualche modo con le più recenti esperienze della cultura d’immagine secessionista, viennese, e con qualche azzardo, con l’ intonazione klimtiana.

Dopo aver partecipato ad altre edizioni della Biennale di Venezia, Adolfo Mattielli, dal 1924, iniziò l’attività nel settore del sacro decorando numerose chiese.

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Bibliografia: testi tratti da “La pittura a Verona” dal primo Ottocento a metà Novecento. Banca Popolare di Verona. 1986.