Domenico Macanzoni pittore

Domenico Macanzoni pittore nacque nel 1803 a Verona e ivi morì nel 1873.

L’attività giovanile

Domenico Macanzoni pittore seguì le orme del padre Lodovico nella pittura di paesaggi e prospettive. Con il padre collaborò nel dipingere grandi affreschi nei palazzi cittadini e a questo rimase sempre molto legato.

Il legame con la città di Verona

Domenico Macanzoni pittore non si mosse mai dalla città di Verona. Di lui rimane il noto dipinto Piazzale fuori Porta Nuova, Verona, Galleria d’arte moderna e l’affresco in casa Dionigi a San Fermo, realizzato nel 1833. Quest’ultimo incontrò uno straordinario successo della critica. Nell’opera infatti si mescolano il realismo ottocentesco con il gusto dell’illusionismo e del trompe l’oeil di sapore settecentesco. In particolare, l’affresco della palude su una delle pareti della villa è la massima espressione del talento di Domenico Macanzoni. La tematica è inedita: canne si piegano al vento e uccelli di ogni specie affollano il paesaggio, mentre un cane punta una lepre in fuga. La luce è fredda e acquatica.

La partecipazione alle Esposizioni

Domenico Macanzoni partecipò a diverse esposizioni: prima nel 1843 con due paesaggi e poi nel 1846 con cinque quadri, di cui due di argomento storico raffiguranti scene della vita di Napoleone. Queste opere incontrarono ancora una volta il favore della critica, che espresse parole lusinghevoli verso l’artista.

Contemporaneamente alla produzione di opere di piccole dimensioni, vedute e paesaggi, Domenico Macanzoni si dedicava alla realizzazione di grandi affreschi. Nel 1853 dipinge nel cortile di casa Grigolati in corso porta Nuova le Regaste di San Zeno e tutti i critici ne lodano la pittura per la grande fedeltà al dato reale. Due anni dopo realizzò il muro dirimpetto all’entrata del palazzo Weil- Weiss: le aperture paesaggistiche rappresentano uno sfondamento illusionistico della struttura architettonica reale, creando una continuità ideale tra paesaggio esterno e ambiente interno.

Infine, l’ultima notizia riguardo Domenico Macanzoni è datata 1867, quando, in occasione della visita di Garibaldi a Verona, gli dona un quadretto rappresentate villa Sega (da allora detta Caprera), dove appunto Garibaldi alloggiava.

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Le informazioni bibliografiche sono state tratte da “La pittura a Verona. Dal primo Ottocento a metà Novecento”, a cura di Pierpaolo Brugnoli, Banca popolare di Verona, Verona 1986.