Arturo Martini scultore

Arturo Martini nacque a Treviso nel 1889 e morì a Milano nel 1947.

La formazione

A soli dodici anni Arturo Martini lavorava già presso un orefice, che lasciò per entrare in una fabbrica di ceramiche. Nel 1906 avviò il tirocinio di scultore presso lo studio di Carlini nella città natale. In seguito Arturo Martini si recò a Venezia alla scuola di Urbano Nono e tre anni dopo a Monaco quale discepolo di Adolfo Hildebrand.

A Venezia Arturo Martini era entrato in amicizia con Gino Rossi, con il quale nel 1907 si recò a Parigi. Fra il 1911 e il 1913 presta la sua opera di ceramista presso la fabbrica trevigiana di Gregori.

Successivamente, il carattere estroso di Arturo Martini lo rese una delle figure più in vista a Venezia e uno degli animatori del gruppo di Ca’ Pesaro. Lui fu uno dei primi espositori: espose alla prima mostra del 1908 e ancora alle mostre del 1910, 1911,1913,1914.

Nel 1914 Arturo Martini è tra gli organizzatori della mostra dei rifiutati alla Biennale. Nello stesso anno espone alla seconda mostra delle Secessione romana con Gino Rossi. Frequenta lo scultore jugoslavo Ivan Mestrovic e la Galleria Sprovieri, dove conosce Boccioni e il gruppo futurista.

Verso la fine del 1919 Arturo Martini è a Milano dove conosce Margherita Sarfatti, Carrà e Mario Broglio, che lo invita a collaborare a “Valori plastici”, a cui aderisce nel 1921. Nel 1920 espone alla prima mostra personale a Milano con presentazione di Carlo Carrà. Nell’aprile 1921 espone a Berlino nella mostra “Das junge Italien” che presenta le opere del gruppo legato a “Valori Plastici” e che è alle origini del nuovo linguaggio europeo del realismo magico. Gli anni intorno alla fine della guerra vedono Arturo Martini impegnato nella ricerca di un nuovo purismo formale. Si rivelerà decisiva l’influenza di Gino Rossi per l’avvicinamento al postcubismo e del Carrà metafisico e postmetafisico. Le opere di questo periodo infatti rivelano il riferimento alla cultura araldica e la predilezione per schemi plastici, solidi e compatti.

Durante il trasferimento a Roma Arturo Martini lavorò per qualche tempo presso lo studio di Villa Strohl-Fern. A roma incontrò tra il 1924 e il 1929 lo scultore americano Maurice Sterne. Per lo scultore lavorò per risanare debiti, ma senza apporre la propria firma sulle opere. Queste furono trasferite poi in Massachusetts.

Nel 1925 Arturo Martini ha una sala alla III Biennale romana ed espone l’anno successivo alla I Mostra del Novecento italiano a Milano. Nel 1926 le opere di Arturo Martini sono esposte alla Biennale di Venezia: da questo momento il suo nome assume fama internazionale. Partecipò nuovamente alla Biennale del 1928 e nel 1931 vinse il primo premio di scultura alla I Quadriennale di Roma.

Verso gli ultimi anni di vita Arturo Martini si allontanò dalla scultura per dedicarsi alla pittura. Riprese poi il suo lavoro di scultore come documenta il “Palinuro” dell’Università di Padova.

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Le informazioni riportate sono state tratte da: Carlo Munari, Gli artisti di Ca’ Pesaro, Rovereto 1967. Realismo magico: pittura e scultura in Italia, 1919-1925, Mostra tenuta a Verona nel 1988-1989, a cura di Maurizio Fagiolo dell’Arco. Milano, Mazzotta, 1988.