Ercole Calvi pittore

Il pittore Ercole Calvi partecipa alla prima esposizione nazionale dell’Italia unita a Firenze nel 1861 e due sue piccole vedute sono acquistate dal re Vittorio Emanuele.

Ercole Calvi nacque a Verona nel 1824 e ivi morì nel 1900.

Il pittore Ercole Calvi si forma come paesaggista traendo ispirazione dalle opere di Ludovico Macanzoni e Giuseppe Canella.

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Soggiorno milanese

Nel 1844 Ercole Calvi è ammesso all’Accademia di Brera per le sole classi di ornato e di figura. A Milano, il maestro ideale per ogni veronese è Giuseppe Canella, e così sarà anche per il pittore Ercole Calvi. Nel 1854 infatti Ercole Calvi firma una “Piazza Erbe” chiaramente ispirata al celebre paesaggista veronese.

Tuttavia,successivamente, Ercole Calvi s’indirizza verso una corrente più naturalista.

Infatti, il paesaggio di Ercole Calvi s’indirizza in direzione romantica e gradualmente questa versione conquista l’ampio favore di pubblico: paesaggi di Ercole Calvi compaiono in moltissime collezioni lombarde del tempo.

Rientro a Verona

Nel 1856, il pittore Ercole Calvi, ormai largamente affermato, rientra a Verona.

Nella città scaligera Ercole Calvi rinnova la tradizione del genere paesaggistico, che è indirizzato verso un maggior naturalismo e inaugura la Società di Belle Arti, restandone a lungo direttore artistico.

Nei primi anni ’60 la produzione di Ercole Calvi è perlopiù rivolta ai sostenitori della Società, per i quali realizza molte vedute di ville.

Motivi ricorrenti

Ercole Calvi predilige vedute lacustri, in particolare del lago di Garda, e delle città che si specchiano in laghi lombardi, quale per esempio la città Pescarenico, posta sulla riva sinistra dell’Adda.

Inoltre, molto amate da Ercole Calvi le vedute delle prealpi e della riviera veneta.

Apice del successo

Tra il 1870 e il 1880 Ercole Calvi raggiunge l’apice del successo. Riceve infatti numerose e importanti commissioni fino alla morte, avvenuta nel 1900.

Giorgio Marini, Da Pietro Ronzoni a Ercole Calvi: La pittura di paesaggio a Verona, in L’ottocento a Verona, a cura di Sergio Marinelli, Verona, 2001, pp. 79-113.