Giuseppe Canella pittore

Giuseppe Canella nacque a Verona nel 1788 e morì a Firenze nel 1847.

Formazione

Il pittore Giuseppe Canella inizia la propria formazione come decoratore a Verona sotto la guida del padre Giovanni, apprezzato scenografo, quadraturista e accademico. Inizialmente, dunque, Giuseppe Canella si dedica alla decorazione di alcuni palazzi tra Verona e Mantova. Successivamente, questi trasmette al figlio Carlo la passione per la pittura.

Il genere del paesaggio

In seguito, probabilmente per l’influenza del bergamasco Pietro Ronzoni, il pittore Giuseppe Canella comincia a rivolgere la propria attenzione al genere del paesaggio. Nel 1818 Giuseppe Canella presenta tre paesaggi eseguiti a tempera alla mostra braidense e cinque dipinti l’anno successivo, tra cui una tela a olio, tecnica che l’artista afferma di aver appreso proprio nella capitale lombarda. Infatti, Giuseppe Canella intrattiene stretti legami d’amicizia con i paesaggisti milanesi Giovanni Migliara e Agostino Comerio.

Aggiornamento all’estero

Dal 1819 fino al 1829 il pittore Giuseppe Canella compie diversi viaggi di formazione all’estero. Tra le mete principali di Giuseppe Canella si ricordano la Spagna, la Francia e l’Olanda. Grazie a ciò, dal 1826 Giuseppe Canella partecipa con successo alle esposizioni parigine, dove nel 1830 è insignito della medaglia d’oro.

Acclamazione

Al termine dell’esperienza all’estero, Giuseppe Canella torna in Italia e sceglie di stabilirsi a Milano. Qui Giuseppe Canella è apprezzato da noti e generosi collezionisti milanesi e lombardi, che gli commissionano importanti vedute, come per esempio il bellissimo dipinto “Le tintorie di Rouen” (Brescia, Civica Pinacoteca Tosio Martinengo), richiestogli nel 1831 dal conte bresciano Paolo Tosio ed esposto l’anno successivo a Brera.

Il paesaggista veronese del pittore Giuseppe Canella conquista in particolare il favore di alcuni tra i più importanti collezionisti dell’epoca, come Francesco Arese (committente di Francesco Hayez), il banchiere Giacomo Ciani e il conte Giuseppe Crivelli. Inoltre, si ricordano quali estimatori di Giuseppe Canella i marchesi Giorgio Teodoro e Margherita Trivulzio, il marchese Antonio Visconti Aimi, gli imprenditori Artaria, il gioielliere Carlo Antonio Bertoglio, il banchiere Giuseppe Negri, l’armatore genovese Francesco Peloso e il commerciante, banchiere e raffinato collezionista d’arte Ambrogio Uboldi de Villareggio.

Giuseppe Canella muore incidentalmente a Firenze durante un soggiorno nella città toscana.

Giuseppe Canella: ispiratore

La presenza del pittore Giuseppe Canella a Milano e soprattutto l’eco della sua fortunata carriera ispirò molti altri pittori veronesi che sperarono di trovare nella capitale lombarda altrettanta gloria e stabilità economica.

Elena Casotto, Verona/Milano, andata e ritorno. Appunti sulla presenza dei pittori veronesi a Milano nel XIX secolo, IL CAPITALE CULTURALE. Studies on the Value of Cultural Heritage 10 (2014), pp. 797-819.